martedì 26 novembre 2013

(ESCA)Short - itine(Rari) per buongustai:


Non è detto che cibo debba essere associato primariamente al gusto, ciò che si ingerisce è coscienza, salute, nutrimento, sapore certo, il sapore della vita. Il filosofo Feuerbach asseriva “Noi siamo quello che mangiamo”, dunque prima di compiacere il volere dello stomaco, dovrebbe instillarsi l’intelligenza di comprendere cosa sia il cibo. Legato a questo argomento esistono intolleranze ed allergie gravi come la celiachia, l’allergia al nickel e così via. Il metabolismo deve essere tutelato dall’assunzione di piccole o grandi quantità di veleni, nella categoria dei veleni fanno parte, conservanti alimentari, edulcoranti chimici, lieviti, farine di scarto etc.  

A Roma vige una regola non scritta, chiudere un occhio, o meglio foderarseli di prosciutto e tacere di fronte l’assenza di genuinità e vice-versa, dimenticare di fare i complimenti allo chef nel caso ci si trovi in luogo consacrato al cibo.

Ultimamente ho personalmente avuto il dis-piacere di “nutrirmi” per così definire l’atto aerobico delle mascelle, in luoghi che si autodefiniscono ristoranti. La parola chiave per un buon ristorante è Qualità, qualità del servizio, qualità del prodotto, qualità del cibo. I luoghi che ritengo abbiano l’assenza della parola chiave sono i seguenti, ma voglio premettere che non sono uno chef, ma un semplice cliente, per tanto non sono in grado di assegnare stelle, vorrei tuttavia simboleggiare la Qualità regalando o togliendo fiori.

 

Di seguito l’elenco:

 

Ristorante Scarpone, via San Pancrazio Roma: il servizio lento e scortese, le stoviglie logore, scarsa per non dire, assente la qualità dei prodotti. Anche se il forno a legna è visibile ai commensali, la pizza, che in una tavolata di 15 persone arriva con intervalli di tempo di circa 20 minuti l’una dall’altra, ha una consistenza povera, all’assaggio sembra di mangiare pancarrè, le verdure grigliate sono acquose, prime di sapore. Il conto eccessivo. Muovendo critiche al proprietario, lo stesso ha un atteggiamento scortese.

Ultima visita maggio 2012  - FIORI: 0

 

Ristorante Pizzeria Panattoni, Ai marmi, viale Trastevere Roma: Vale l’attesa per sedersi, l’aroma di buon cibo invade la strada, il servizio è rapido attento ad ogni dettaglio, gli ingredienti sono genuini, gustosi. La pizza è una gioia per i sensi, né troppo sottile, né troppo alta, cottura perfetta. I supplì hanno una impanatura di chicchi di riso e sono veramente eccezionali. La cortesia del personale rende il tutto un clima conviviale e allo stesso tempo professionale.

Ultima visita Settembre 2013 – FIORI: 4 

 

Ristorante La fantasia, Ardea: Il servizio lento, assenza del menù sostituito dalla cameriera che a voce elenca qualche ricetta. Le stoviglie discrete, le pietanze arrivano ad intervalli brevi ma senza rispettare assolutamente l’ordinazione, la vitella non è vitella, i pachino sostituiti da san marzano in barattolo, peggio ancora le uova sode contenute nella pizza capricciosa, sono vecchie, dal tuorlo verde e maleodorante. L’impasto della pizza è secco come fosse una fetta biscottata vecchia, sicuramente si tratta di impasto congelato.

Ultima visita ottobre 2013 – FIORI:0

 

Ristorante Pizzeria Il vignola, via vignola Roma : Il servizio rapido allegro, il menù semplice ben leggibile, i prezzi discreti. La pizza è estremamente sottile e poco cotta al centro e carbonizzata ai lati, le salsicce insipide come carne macinata di scarsa qualità, le patate di contorno, vecchie stoppacciose e dal sapore sgradevole. Dopo aver mosso qualche osservazione ai camerieri da allegri sono diventati saccenti e sgarbati. Dal conto sono state levate le pizze criticate.

Ultima visita ottobre 2013 – FIORI: 1

 

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