lunedì 25 novembre 2013

(esca)Foto-poesia: Fernando Della Posta


Venerdì Santo
 
 

Si andava dallo zio più piccolo

perché la buona morte

passava laggiù in strada.

In televisione c'era il Papa.

Cinque piani più giù

strisciava lento e sonnacchioso

un rinnovato abbraccio

un funerale rispettato:

buio e passi cadenzati

accenni di brusii come quasi immaginati

nero e filigrane d’oro, stiletti nel cuore;

vento fresco e tenue dal balcone,

odore di prima primavera in fiore

marce lente e lamentose.

Ma le luci tutte accese nel salone

crocchi di persone ai quattro angoli

e tante fiammelle vive dallo schermo,

sullo sfondo muto e ridondante

delle arcate cieche o sfaccettate.

I grandi: di tutto si parlava,

si spettegolava, si rideva,

s’imbandiva, si rassettava.

Noi bambini allegri, ci si sfrenava,

e la meraviglia del solenne

ci zittiva a tratti.

"Voi che fate? Scendete?".

Il Papa a quel tempo era già curvo,

tremante, malato.

 

29/03/2013

 

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