di Monica Martinelli e
Mauro Corona
Guardo nel piatto
il pesce che mi guarda
nella sua anonima fissità
senza dolore
senza il guizzo insensato
della vita.
Provo pietà e mi rallento
a pensare
che fuori dai nostri occhi
su piani di metallo
si spinano i ricordi
uno per uno
a colpi di coltello.
Polpa e nervature
allestite in funebre
sequenza
creature senza vita né
importanza.
Strappate via dal mare
mute immagini del male.
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