sabato 1 giugno 2013

(ESCA) recensione- Iolanda La Carrubba

La fotografia e oltre di Chiara Mutti


Scatti indomiti e sinceri questi di Chiara Mutti che si rivolgono con istintivo affetto nei confronti del dejà-vous, raccontando l’intima riflessione attraverso il passaggio di immagini-istantanee, in riflessione con se stesse e completamente libere da stilemi precostituiti.  Qui non c’è timore di indagare l’ombra delle cose, l’impercettibile inquietudine nascosta dietro l’apparenza, non c’è neanche la neutralizzazione nell’uso del colore, anzi esso è presente anche là dove prevalgono attimi in bianco e nero,  che divengono portatori di tutte le cromie, in queste inquadrature abili ed intuitive.




Osservando a lungo un falso orizzonte nelle sequenze fotografiche, si avverte un’affermazione forte di sperimentare tecniche quasi supportate da un grande gusto estetico, lo stesso conquistato nel sapere osservare lavori alti, soprattutto quelli appartenenti al  mondo della pittura.
Si percepisce in qualche frangente, impressionismo e cubismo, così come un singolare confronto con ciò che oggi viene definita street-art, prevale tuttavia in queste atmosfere altre un afflato naturalistico, genuino che ricorda le belle fotografie di Frans Lantign.
Nel vasto mondo delle immagini di Chiara Mutti, il legame tra poesia e sguardo è forte, dichiarato e chiarificatore dove la liaison tra l’uno e l’altro mondo è il costante corpo a corpo, il bisogno di riunire platonicamente queste due metà che divengono perfette una volta ricongiunte. Gli emisferi dell’artista e della poetessa duonque, sono senza apparente necessità di analisi, mentre in verità esplorando questi spazi fatti di fitti fotogrammi di vita,  vi si riconoscono archetipi e tradizioni, culture e sentimenti.




Nulla è solo ciò che appare, c’è una danza della stasi che lenta si muove e respira in base l’avanzamento delle ore del giorno, è pura narrativa dello sguardo composta da poesia e percezione.
Anche se in alcune immagini si può distinguere la stessa impronta calcata precedentemente, si avverte junghianamente la contemplazione della società, il volerla svelare, capire, concentrare in questa saggia postura dello sguardo che riesce a superare il senso della vista fino ad approdare a quello della parola (parole-riflessione).

Iolanda La Carrubba



1 commento:

  1. Molto bella ed efficace questa nota sulle fotografie poetiche di Chiara Mutti, che scruta i mondi e i moti dell'animo e dello sguardo di Chiara che attraverso il senso della vista scruta il senso della vita.
    un saluto
    Monica

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