sabato 1 febbraio 2014

(esca)Recensione: Le fotografie di Amedeo Morrone


Osservare il soggetto nelle fotografie di Amedeo Morrone

di Iolanda La Carrubba


Amedeo Morrone nasce come cantautore, contemporaneamente si dedica ad una ricerca visiva composta principalmente, dal suo spirito di osservazione.

Coltiva parallelamente alla ricerca musicale, quella fotografica, riuscendo fin da subito ad effondere nel suo stile, un forte impatto visivo. Coglie con fermezza simboli e simbologie dell'oggi, coltivandone un importante coinvolgimento.
 
 

Il soggetto diventa oggetto plasmabile, multiforme, capace in qualche modo di mimetizzarsi nel contesto. Bioritmi sociali, emozionali, collettivi ma pur sempre soggettivi, movimenti karmici, in grado di trovare soluzioni metalinguistiche, con le quali abbattere le frontiere dell'ovvio.

" A volte c’è un’unica immagine la cui struttura compositiva ha un tale vigore e una tale ricchezza , il cui contenuto irradia a tal punto che al di fuori di essa questa singola immagine è in sé un’intera narrazione."
(Henri Cartier Bresson)



Percezioni tattili, istanti sfuggenti e sfocature affascinanti, coreografie passionali, aree di espressione indomite.

In questi lavori fotografici sono evidenziati gli aspetti duplici della ricerca visiva di Amedeo. Da un lato lo scatto libero, curioso, cacciatore coraggioso, dall'altro percezione esatta dell'adesso, precisione dello scatto.
 
                                       set La sesta Vocale

Infatti quello che fino ad ora era la volontà di catturare le sfumature, si trasforma e diventa necessità di precisione, per i lavori fotografici fatti su alcuni set cinematografici.

Ci sono molti fattori da analizzare costantemente e valutare in questo cammino in direzione al destino che Amedeo riesce a compire, attraversando le proprie barriere inconsce, talmente intense che sembrano costituire il presente.
 
                                          set Fratello dei cani (Pasolini e l'odore della fine)
 

Quindi l'analisi contestualmente legata all'immagine fotografica, perfora la barriera spazio-temporale, riuscendo ad osservare, l'oggi, specularmente alla sua memoria atavica.

"Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più ripetersi esistenzialmente."
(Roland Barthes).
 

Nessun commento:

Posta un commento