domenica 1 settembre 2013

(esca)Poesia: Maurizio Stasi

Dedicata ad Inghe

Di Maurizio Stasi

 

Cara vecchia Inghe!

Mi ricordo ancora quando,

studenti, venivamo alla “Casaccia”!

Un vecchio caseggiato rossiccio,

dove avevi impiantato

“Er mejo prostibblolo de Roma”!

Portavi sempre quella tua giarrettiera

di trina bianca, con la coccarda d’oro!

Te l’aveva regalata quel tuo arciduca,

nel diciassette, quasi sessant’anni fa!

Nel diciassette avevi quindici anni,

due occhi di mare ed i capelli di grano maturo!

Eri giovane, bella, e già battevi

la difficile vita dei prostiboli di città!

Ma quanti uomini aiutasti

ad attraversare il Tagliamento dopo Caporetto!

Quanti ne salvasti dalla prigionia, dalla morte!

Quanti ne rimandasti, sani, alle loro case!

Mia vecchia Inghe!

Nel quarantadue, ad El Alamein, c’eri anche tu!

Furono le tue mille lire,

guadagnate in centinaia di notti d’amore,

a salvare la seconda sezione mitraglieri!

Comperasti mille litri di benzina dai tedeschi in fuga!

Furono poi le ore tristi del quarantatrè!

L’armistizio! La guerra di liberazione!

Quante notizie, sui movimenti dei tedeschi

fornisti ai Badogliani, alla Garibaldi!

Quante vite salvasti trasportando medicinali,

viveri, armi, munizioni!

Campagna del quindici-diciotto!

Campagna del 43-45, sul tuo petto,

ma soprattutto, tre generazioni di Italiani

allietati, da te e dalle tue donnine!

Perché, tu Inghe, non hai voluto

né onori né gloria, ed onori non hai avuto!

Sei rimasta sempre te stessa!

Un gran puttana! “La mejo de Roma” però!

Lo dicevi sempre tu!

Al tuo funerale oggi, non cè nessuno.

Né i giovani del novantanove,

né i partigiani della Garibaldi!

Anche i figli tuoi, che non uccidesti,

hanno scordato la tua bara!

Addio, vecchia grassa Inghe!

Io ti saluto come la migliore Donna,

che abbia mai conosciuto!

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