sabato 2 novembre 2013

(esca)recensione - La fame vien guardando: Fantasmi a Roma


La fame vien guardando Fantasmi a Roma

di Iolanda La Carrubba

Vera commedia della firma italiana Antonio Pietrangeli, è più di un film, è un’esperienza sensoriale, tattile, percettiva. Il cast contempla profondamente la stupenda interpretazione dei suoi protagonisti, nomi indelebili .

 
 

Epoche che si trovano e si raccontano attraverso lo sguardo nostalgico di fantasmi, i veri protagonisti della storia. Il vecchio principe magistralmente interpretato da Eduardo De Filippo, è strettamente legato al palazzo ormai in decadimento, vi è affezionato proprio grazie alla coabitazione con i suoi avi, presenti in spirito. Anche il pappagallo Pasqualino è ormai solo un soprammobile impagliato nonostante -Er sor principe-, continui a nutrirlo di delicati complimenti con malinconico affetto.

Ritmi e tempi scenici costruiscono e garantiscono una fitta trama, disinvolta e colta che riesce a denunciare sarcasticamente gli abusi edilizi che sono stati e sono piaga cancerogena del bel paese a forma di stivale. Infatti il coinvolgimento emotivo di (Eduardo) per i vecchi mattoni spaccati, per le crepe sui muri e l’antico scaldabagno, lo condurranno ad una dipartita cruenta, a causa della quale egli, non potrà più difendere il palazzo dalle avide mani di ricchi costruttori.

Con la morte del principe subentra il suo unico erede un giovane aitante, altro alter-ego del magnifico Marcello Mastroianni –Federico Di Roviano- che guarnito di bella macchina e soubrette  “arraffatrice” , si troverà ad accattare ingordo, una misera somma per la vendita del palazzo di famiglia.
 


I fantasmi comprendono da subito il pericolo che li sta minacciando, decidono di seguire ad ogni passo l’erede, pur di comprendere appieno la gravità della situazione. Entrano nel nightclub dove lavora la fidanzata di (Mastroianni), curioso ed interessante questo momento di grande intelligenza cinematografica. Il night-club, i travestiti, i piatti di nouvelle cusine, i nuovi balli provenienti dall’America e via-via intrecci di epoche talmente ben costruiti, che quasi sembra di vivere un varco spazio-temporale che solo Albert Einstein sarebbe stato in grado di concepire.

A questo punto, i fantasmi suoi veri proprietari, decidono di mettere in atto un piano formidabile, far affrescare il soffitto da Giovan Battista Villari interpretato da Vittorio Gasman. Esilarante ora l’ingresso di questo nuovo componente familiare, forte e maschilista, burbero e geniale che in una sola notte riuscirà in un muro “senza nessun tipo di malta ne secca ne grassa, con chiodi e buchi nell’intonaco” a realizzare un affresco grandioso; Venere sedotta da Giove.

Per non far insabbiare la scoperta del “falso” affresco, i fantasmi decidono  di contattare telefonicamente diversi giornali, arduo sarà il compito di (Mastroianni fantasma) che –dall’al di là- dovrà gridare pur di riuscire ad essere udito dai viventi. Gustosa e comica la scena di lui sdraiato sulla scrivania del custode, che per darsi la forza necessaria all’urlo, sgambetta isterico usando le sue stesse gambe come maggiorazione della potenza vocale.

Di fronte la stampa l’incompetenza del critico d’arte, attribuisce l’affresco ad un pittore minore, ed è qui che esplode qualcosa di inaspettato nella trama. In questo bellissimo quadro vivente dove si incontrano tutti i volti dell’Italia contemporanea dal politico, al popolano, dal critico, al portiere, scoppia un complotto esilarante, un balsamo ricostituente tra i fantasmi, che vedono sfumare l’unica possibilità di rimanere nella loro prestigiosa dimora dell’eterno vivere. Decidono di usare la “tacnica del garage” appresa durante la tentata corruzione iniziale degli speculatori, per ottenere i permessi nella demolizione del palazzo in modo da costruire un supermarket. Ecco dunque che gli stessi, usando la somma di denaro consegnata come anticipo all’erede, riescono a corrompere il critico ad assegnare l’affresco al nome di Michelangelo Merisi. Costerà cara sorte, questa insana scelta del critico, che si dovrà confrontare con l’ira vendicativa di Giò-bat, soprannome adolescenziale pensato dalla bella Flora (Sandra Milo) per Giovan Battista.

 

Urla,risate,pianti, vortice di emozioni e regia impeccabile per questo film inaspettato e nuovo.

Da questo punto in poi, tutto è pacato, si torna alla normalità, quando Federico nel giro di poche ore, si affeziona anche lui a quello strano e forte palazzo di famiglia. Non a caso sarà proprio questo il momento in cui Eduardo si manifesterà come spirito, ancora là a capire cosa ci fosse di rotto nello scaldabagno.

Ferdinando, principe erede, prenderà le stesse abitudini di suo zio, va negli stessi luoghi suggeriti dagli spiriti, fino ad entrare nella medesima trattoria, la trattoria dove non vi è solo cibo, ma amore, amicizia per una Roma così lontana da oggi che si può solo rimpiangere.

Qui entra, cosi come vi entrò in epoche migliori, Regina (Lilla Brignone) un tempo bella e corteggiata da tutti, ora folle per amore infranto, che dichiara:

“solo uno se salvava e ‘mo che nemmeno lui c’è più, nun me posso fidà”

Nostalgica la scena ricorda quando Don Annibale detto Er sor principe, voleva gustare una pietanza in quel suo luogo incantato e puro, indeciso ordinò un minestrone poi con il suggerimento del frate (Tino Buazzelli) ordinò quella che sarebbe divenuta la sua ultima cena, spezzatino con i peperoni, regalando una forte gioia al cuoco (Enzo Maggio) a tal punto che lui stesso uscì dalla cucina esordendo:

-Spezzatino co i peperoni, solo i principi me capiscono!-

 

Paese di produzione  Italia

Anno                               1961

Durata                            100 min

Colore                            colore

Audio                              sonoro

Genere                          commedia

Regia                               Antonio Pietrangeli

Soggetto                        Ruggero Maccari, Antonio Pietrangeli


Produttore                   Franco Cristaldi

Casa di produzione   Galatea Film, Lux Film, Vides Cinematografica

Fotografia                     Giuseppe Rotunno

Montaggio                    Eraldo Da Roma

Effetti speciali            Franco Corridoni

Musiche                        Nino Rota

Scenografia                  Mario Chiari, Vincenzo Del Prato


Marcello Mastroianni: Reginaldo/Federico di Roviano/Gino

Sandra Milo: Donna Flora

Claudio Gora: Ing. Telladi

Eduardo De Filippo Don Annibale, Principe di Roviano

Tino Buazzelli Padre Bartolomeo


Vittorio Gassman: Giovanni Battista Villari detto il Caparra

Franca Marzi: Nella

Belinda Lee: Eileen

Ida Galli: Carla

Claudio Catania: Poldino

Michele Riccardini: Antonio, sarto e portiere

Enzo Cerusico: Ammiratore


Luciana Gilli: Ragazza al parco (con il nome Gloria Gilli)

Enzo Maggio: Fricandò

              Antonella Della Porta: Suora


 

Giuseppe Rinaldi: Padre Bartolomeo


       Rosetta Calavetta: Eileen

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