Schegge inesplose
1.
Parti
d’un universo appena smosso
sparse
pene e gioie
fissate
ad uno spillo di passato
che
fa male e scava
nel
corpo neuro-algido
infine
risucchiate
nel
gorgo einsteiniano
del
tutto indifferente
del
nulla indisponente.
Scosse
spifferi crepe
in
terre inossidabili
assuefatti
spiriti
partiti
con l’espresso
battaglie
inenarrabili
dei
topi con le rane.
Qui
tutti convenuti
qui
tutti perdonati
come
per inutile giudizio
fatti
a pezzi, riscaldati
al
futile fuoco d’un indizio.
Sostare
alle radici
restando
in fondo scissi
scorgere
d’ognuno il limite
spartito
con l’abisso.
“Cammina,
cammina”
il
senso mi si aperse
fiorita
era sul calice
la
sagoma d’un obice.
Qui,
prima, dopo, ovunque,
1959,
2013, il bimbo che si fu,
l’ombra
trascorsa
l’alba
non promessa
e
tutto quello che potemmo
in
nostra piccolezza
l’addio
mai fatto ai calendari
alle
pietre dure dei paesi
allo
spillato amore delle madri
al
vecchio giocattolo in soffitta
alle
statue dei santi
alle
cianfrusaglie nel cassetto
un
battibecco di memorie
un
sottoscala disusato
un
simbolo di come degno risonò
il
calmo sorriso della vita.
Luglio 2013
2.
Riflettersi
in un breve mito
su
una spiaggia del Gargano
quando
il sole è allo zenith
e
si è presi dal mite vento
che
fa alzare appena la sabbia.
Guardarsi
lieti nella solitudine ebbra
d’un
pomeriggio africano
mentre
la nave approda con le sue sirene
a
salutare la tua ora inerte.
Fissare
un punto nell’aria infinita
perdersi
nell’agonia serale
di
giorni che si sono inclinati
al
tramonto delle fragili speranze
piangere
su una conchiglia abbandonata
privata
d’ogni sua vita.
Lo
so, è pura polvere d’oro
è
immateriale dolore
consegnato
agli spiriti del tempo.
Ma,
sorgi, Memoria, e torna
a
sorridere pietosa
attraverso
l’ombra che ti opprime
risali
il fiume che ti incalza.
Non
vedrai che il lento srotolarsi
di
giorni frantumati
la
calda scia d’una precipitosa frana.
Luglio 2013
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