Marmo
Vorrei scrivere del mare
la tempesta
le abissali venature
e la riva e il porto
luogo eletto dell’arrivo
ma non ho che marmo
senza occhi, senza braccia,
senza gambe
vanagloria
di un abbozzo di creature.
Oh le vili trasparenze!
illusioni inique
che non celano
pur lasciandoci vedere.
E’ il momento
tra la notte e il giorno
ch’è più prossimo al ferro
alla pala meccanica
del sonno
scalfirò
la materia
con la penna dell’oca
metterò fine
alla mia eterna
aspettazione.
Scalderò queste gelide
gelide dita
coricate al mio fianco.
Chiara Mutti
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