Sguardo di sale
di sarah
panatta
Umori
takeaway, desideri ipnotizzati, rituali
della fame
frustrati, laccati, scaffalati
Aria
salmastra inchiostra borghi, portici, strisce e pedoni
e sorprende
il teatro dei burattini, rianimato
dall’artificio
della sera in identiche porzioni
Consuntivo
di supposizioni snob,
arma di
pretese difensive e di invasioni controllate,
la pupilla
fissa perlustra
indugia
trova
moltiplica e non oltraggia l’ammucchiata del ‘corso’,
coreografia
del presente imbalsamato,
senza testa
sghembo torso
Mentre
spaurita sventa rasenta i grumi coatti
dell’umanità
che non ama guardarsi e si lascia solo guardare
Nera
testarda raminga, testa il contatto
in pose
impermeabili
Frutto di
antico patto,
determinato
sfratto
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