Pensieri… sfiniti
Di Marco Palladini
“Noi siamo infinito” declama nel poster
un trio di ragazzi per nulla leopardiani
e dalle facce discretamente patibolari
(che il santo boia non li molli).
Noi siamo cioè la non fine del finito,
lo sfinito che transfinisce
e concupisce i corpi giovani, belli e maltrattati
di un film delirato pericolosamente
Ché il filosofo pop e l’ingegnere pulp
qua si stringono la mano ma non firmano
patti di desistenza con i canzonettari seriosi
e con i clown dimolto concettosi
La ballerina di milonga mi avverte che tiene
un ritmo più veloce di quella di tango
Le signore intanto si trastullano a scala quaranta
ma poi s’incartano giocando a pinnacolo
Quello che ritorna è il prof. Unrat,
la sporcizia dell’Angelo Azzurro,
sperso al mondo, perso tra le sue cosce
inguainate nelle calze nere a rete
e che sbava e lecca le sue lucide,
versicolori scarpe col tacco 12 a spillo
Guardo i comici che si fan politici e al fondo
si scopre che non c’è più nulla da ridere…
Eppure non si diceva: una risata vi seppellirà?
E allora poi che cosa soddisferà il popolo
affinché non morda tutta questa merda?
Noi e loro e voi e tutti insieme
repleti di horror vacui ascoltiamo nella notte
i Pink Floyd a palla, il lato oscuro della luna
dopo 40 anni ancora ci fa sognare
Se gli amori ci intossicano la mente
e i non amori ci inaridiscono l’animo
cerchiamo le parole difficili, complicate,
le parole dure da comprendere
ché le soluzioni facili davvero non ci sono.
(inedita)
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