
Atletico Ghiacciaia
di Iolanda La Carrubba
con
Alessandro Benvenuti e Francesco Gabrielli
di
Alessandro Benvenuti e Ugo Chiti
regia
Alessandro Benvenuti
Aria, molta se ne respira in questo astratto luogo del ricordo. Il
pensionato Gino di una ditta che neanche esiste più, l’infallibile SIP racconta
e descrive, interpreta mentre aspetta di passare in quella dimensione dove
tutto è riposo.
Risate accompagnano questa andatura nostalgica, sagace, matura ed a
tratti brilla, proprio come il temperamento umoristico che contraddistingue il
protagonista Alessandro Benvenuti.
Forte, fiero e rivoluzionario politicamente scorretto o eticamente
stanco? Gino dice la verità, niente altro che la verità almeno dal suo punto di
vista, e lo fa con amore, con virilità, con scrupolo e con qualche attimo di
malinconia.
Prima che tutto abbia inizio, in scena le luci danzano, amoreggiano il
blu e il giallo che s’incrociano e poi entra lui, alto fiero con la testa non tra
le nuvole ma indossandole come capelli; entra l’attore, il regista, entra il
pensatore, l’uomo. Non dice nulla, guarda il pubblico e il pubblico lo guarda, qualcuno da dietro le quinte lo aiuta ad
indossare la giacca (lo stesso qualcuno che sarà suo compagno di viaggio
attraverso epoche diverse) poi con passo ampio, si avvicina al leggio in
plexiglass dove sopra inizia a riporre:
un bicchiere per amaro vuoto, un telefonino (il pubblico sorride), un
accendino (controlla se funziona), pausa e quando sembra abbia sistemato tutto,
proprio come il miglior mago illusionista, ecco apparire due pacchettini verdi,
forse vere protagoniste dei ricordi le “nazionali senza”.
Affettuoso senza bisogno d’affetto, il racconto procede ad incalzare attraverso i
gesti colti dell’attore che d’un tratto si ferma, elegante porta una mano alla
fronte ed esclama caldo:
“ è da quarant’anni che faccio le voci a teatro” ed invita a fare
l’altro personaggio, a Francesco Gabrielli giovane, con riccioli neri, magro e
con una forza interpretativa tutta da vedere.
Ed eccoli i due amici di due generazioni diverse attraversare con
parole tutte fotografiche le cartoline di una storia a colori, l’Italia che fu,
il mondo impazzito, l’attentato alle torri gemelle, la follia di massa, e tanto
altro ancora.
Questo spettacolo entusiasmante si conclude con un monologo forte, che
rivive il microcosmo rappresentato dalla squadra di calcio “l’amata Atletica
Ghiacciaia” rievocando con fare attoriale di alto pregio, le qualità e i
difetti degli undici che l’anno rappresentata.
In scena al
Teatro dell’Angelo dal 4 al 21 aprile.
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