Osservare il soggetto nelle fotografie di Amedeo
Morrone
di Iolanda La Carrubba
Amedeo Morrone nasce come cantautore,
contemporaneamente si dedica ad una ricerca visiva composta principalmente, dal
suo spirito di osservazione.
Coltiva parallelamente alla ricerca musicale, quella
fotografica, riuscendo fin da subito ad effondere nel suo stile, un forte
impatto visivo. Coglie con fermezza simboli e simbologie dell'oggi,
coltivandone un importante coinvolgimento.
Il soggetto diventa oggetto plasmabile, multiforme,
capace in qualche modo di mimetizzarsi nel contesto. Bioritmi sociali,
emozionali, collettivi ma pur sempre soggettivi, movimenti karmici, in grado di
trovare soluzioni metalinguistiche, con le quali abbattere le frontiere
dell'ovvio.
" A volte c’è un’unica immagine la
cui struttura compositiva ha un tale vigore e una tale ricchezza , il cui
contenuto irradia a tal punto che al di fuori di essa questa singola immagine è
in sé un’intera narrazione."
(Henri Cartier Bresson)
Percezioni tattili, istanti sfuggenti e sfocature affascinanti,
coreografie passionali, aree di espressione indomite.
In questi lavori
fotografici sono evidenziati gli aspetti duplici della ricerca visiva di
Amedeo. Da un lato lo scatto libero, curioso, cacciatore coraggioso, dall'altro
percezione esatta dell'adesso, precisione dello scatto.
Infatti quello che fino
ad ora era la volontà di catturare le sfumature, si trasforma e diventa necessità
di precisione, per i lavori fotografici fatti su alcuni set cinematografici.
Ci sono molti fattori da
analizzare costantemente e valutare in questo cammino in direzione al destino
che Amedeo riesce a compire, attraversando le proprie barriere inconsce,
talmente intense che sembrano costituire il presente.
Quindi l'analisi contestualmente legata
all'immagine fotografica, perfora la barriera spazio-temporale, riuscendo ad
osservare, l'oggi, specularmente alla sua memoria atavica.
"Ciò che la fotografia riproduce all’infinito
ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai
più ripetersi esistenzialmente."
(Roland Barthes).
(Roland Barthes).
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